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NEWS20/04/2025
"IL 10 E IL 20", le interviste olimpiche
![]() Un nuovo appuntamento on line, il 10 e il 20 di ogni mese: sei domande a vari interlocutori per saperne di più su cosa significa “ospedale olimpico”
Intervista a Alfonso Gagliano, Responsabile Struttura Complessa Gestione tecnico Patrimoniale Iniziamo da una domanda personale: quando è arrivato il Dg Zoli, un anno fa, con le sue immediate richieste di mettere in campo progetti, modifiche e soluzioni innovative, hai avuto la tentazione di andartene? Tentazione di andare via no, non l’ho avuta, anche perché Niguarda è Niguarda, e ha delle peculiarità che altrove non avrei trovato. Devo ammettere però che ho avuto un attimo di smarrimento, soprattutto perché mi sono reso conto che stava arrivando un’ondata di lavoro e di impegni che si sommava a quella già enorme dei lavori in essere. Poi ho capito la filosofia che stava dietro alle parole del Dg e ho cercato di mettere in campo tutte le azioni possibili per andare incontro alle richieste del Direttore generale, anzi del Medical Care Manager. E devo dire che da lì e nata anche la stima e, se posso dirlo, la simpatia nei confronti di una Direzione che merita di essere capita e seguita. Anche se spesso star dietro al Dg è…sfidante. Adesso come è la situazione del Niguarda olimpico dal punto di vista tecnico patrimoniale? Abbiamo cinque programmi in corso, di cui tre grossi e urgenti: il Niguarda Olimpico, che comprende gli investimenti della Valtellina, dei moduli del Policlinico allo scalo di porta Romana e gli interventi su diversi padiglioni della struttura ospedaliera, per un totale di circa 39 milioni di euro. Poi gli interventi ascritti al PNRR, ovvero 12 cantieri interni e qualcuno esterno, anche qui più di 50 milioni di euro; e poi quello che chiamiamo “accordo quadro Progeni”, legato all’ospedale olimpico, che prevede rifacimente e adeguamenti di diversi padiglioni con una sopesa prevista di 60 milioni. Tutti hanno la stessa scadenza tra dicembre 2025 e febbraio 2026. Quali sono i lavori che si concluderanno entro l’inizio dei giochi olimpici? Tutti i lavori previsti in Valtellina, ovvero i policlinici di Bormio e Livigno e la casa della sanità a Livigno, oltre alle foresterie. Poi i moduli del Policlinico di Milano e una serie di lavori interni a Niguarda: il Nuovo volume del PS, il reparto olimpico, la centrale olimpica e l’adeguamento del piano terra del DEA. C’è qualche problema di lavoro che non ti fa dormire la notte? Mi preoccupa la necessità del coordinamento in contemporanea di tanti cantieri; e non posso non pensare al tema della sicurezza dei lavori, al rispetto delle norme, alle rispste da dare agli accreditamenti. Anche solo la logistica dei cantieri è un problema, perché lavorare su uno significa avere rispercussioni su tutto il resto e nello steso tempo garantire la piena funzionalità ed efficeinza dei reparti ospedalieri e il rispetto delle scadenze. Insomma, la complessità. Quanto conta la collaborazione tra strutture, e tra professionisti, per raggiungere il risultato? Rispondo in modo telegrafico: se dovesse mancare la collaborazione tra strutture non potremmo lavorare; saremmo bloccati e non raggiungeremmo gli obiettivi. Cosa lasceranno le Olimpiadi a Niguarda dal tuo punto di vista? Dal punto di vista estetico e organizzativo un Niguarda più bello, più sicuro e più organizzato. Dal punto di vista professionale una crescita sensibile di competenze e capacità. Però posso dire? Per quanto mi riguarda credo che lascierà una stanchezza direttamente proporzionale alla soddisfazione per aver partecipato a un progetto unico nel suo genere. (Cristina Corbetta) |
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